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editor Fabio Bonacina

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Tre associazioni della zona impegnate a proteggere e valorizzare l’antico percorso che collegava il Granducato di Toscana alla Repubblica di Lucca

“Nel territorio del Comune di Pescia sono ancora conservati, nella zona detta «Colletti di Veneri», ampi tratti del lastricato originario dell’antica strada maestra postale lucchese che, fino alla fine del Settecento, collegava il Granducato di Toscana con la Repubblica di Lucca… A seguito del suo progressivo abbandono, la strada è stata utilizzata come una vera e propria cava per pietre dalla popolazione locale, anche se le principali deturpazioni le ha subite negli ultimi decenni (ad esempio la costruzione dell’acquedotto comunale, negli anni ‘80, distrusse una buona parte del lastricato). Lo stato di conservazione del manufatto stradale, sovente sottoposto ad operazioni di cava oltre che al passaggio di mezzi pesanti, è quindi preoccupante e segnato da un continuo e progressivo deterioramento. Nessun atto di tutela assicura la salvaguardia di questo importante bene culturale, attorniato da un paesaggio collinare pregevole e ricco di valori storici e ambientali”.

Inizia così il documento per la richiesta del vincolo. Documento sottoscritto da Associazione culturale Vivinaia mons Karoli Montecarlo, Osservatorio sulle politiche urbanistiche della Valdinievole, sezione lucchese di Italia nostra.

L’obiettivo è coinvolgere Comune di Pescia, Provincia, Regione, Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana e Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Firenze, Pistoia e Prato. Ossia, “ad assumere tutte le misure necessarie a tutelare questo antico tratto di viabilità”, anche inviando al ministero per i Beni e le attività culturali formale richiesta di “verifica dell’interesse culturale”, adottando gli atti utili, a partire da quelli di natura urbanistica, per la sua salvaguardia.

La sollecitazione -spiegano ancora i proponenti- è finalizzata sia, appunto, all’ottenimento da parte degli organi competenti della dichiarazione dell’interesse culturale che sottoporrebbe il lastricato alle disposizioni di tutela previste dal Codice dei beni culturali, sia all’adozione di opportune misure di salvaguardia, anche paesaggistica, di questa viabilità storica e del suo contesto, sia allo studio di un progetto per la valorizzazione, ad esempio creando un sistema di percorsi per il turismo pedonale che lo coinvolga.

Ancora oggi -si legge nella relazione allegata al decreto di vincolo firmato dal dicastero- “il lastricato si conserva per lunghi tratti in buono stato”. La sede stradale appare “profondamente incisa da solchi di carro, testimoni silenziosi della vita che nei secoli passati è scorsa su di essa”.

Il percorso dovrebbe essere tardomediovale (è senz’altro documentato nella seconda metà del XIV secolo); si sviluppava per circa 36 miglia e, come minimo a partire dal XVIII, ospitava diverse poste, dove veniva assicurato il cambio dei cavalli e il ristoro per i viaggiatori. Nel Settecento sono citate, almeno nel Granducato, le stazioni di Prato, Borgo a Buggiano e Pescia.

Nella parte superiore dell’immagine, il percorso tra Firenze e Lucca via Pistoia presentato da Francesco Tiroli nel 1775 in “La vera guida per chi viaggia in Italia con la descrizione di tutti viaggi e sue poste” (fonte: Istituto di studi storici postali)
Nella parte superiore dell’immagine, il percorso tra Firenze e Lucca via Pistoia presentato da Francesco Tiroli nel 1775 in “La vera guida per chi viaggia in Italia con la descrizione di tutti viaggi e sue poste” (fonte: Istituto di studi storici postali)



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