“Busta raccomandata da Pera (Turchia) a Genova del 26 dicembre 1925 con intestazione quanto mai attuale”. È la sintetica nota del direttore, Paolo Vaccari, che accompagna l’immagine di una busta spedita novant’anni fa dalla “Commission mixte pour l’échange des populations grecques et turques”. Esito della decisione, successiva alla Prima guerra mondiale, di riallocare nei Paesi di origine gli insediamenti stranieri storicamente presenti nell’area. Così, volenti o nolenti, i cristiani dell’Anatolia finirono in Grecia ed i musulmani presenti nella parte meridionale dei Balcani furono deportati nella nuova Turchia.
Il documento è pubblicato sull’ultimo numero, il 55 di “Vaccari magazine”, testata che alla recentissima “World stamp show” di New York ha ricevuto il vermeil grande. In 112 pagine con illustrazioni a colori il semestrale tocca numerosi altri aspetti, in grado di spaziare tra l’Ottocento e la prima parte del Novecento. Fra gli argomenti affrontati, la collezione sugli Antichi Stati di Marco De Marchi, parte della quale presentata all’ultima “Milanofil” (l’articolo è di Fabio Bonacina), gli “spalloni” che contrabbandavano lettere (Stefano Alessio), le prefilateliche del carteggio di Vito Viti (Angelo Piermattei ed Alessandra Francesca Viti), la preparazione dell’aggiornamento al lavoro sulle Poste estensi (Giuseppe Buffagni), i rapporti tra Romagne e Modena (Emilio Simonazzi), le missive per lo stesso distretto postale di Sicilia (Francesco Lombardo)…
Una parte del periodico è dedicata agli studi sviluppati su più puntate, fra cui quelli inerenti le relazioni fra Lombardo-Veneto e Due Sicilie (è firmato da Lorenzo Carra), quelli con l’estero dei Dipartimenti del Panaro e del Crostolo (Fabrizio Salami) o tra Pontificio ed ex province (Massimo Manzoni e Giuliano Padrin), le destinazioni insolite di Regno (Daniele ed Eva Cesaretti), il servizio della Lati sulla rotta sud-atlantica (Flavio Riccitelli).
Una copia è in vendita a 20,00 euro, l’abbonamento ai due numeri annuali ne richiede 35,00.