L’insegna della Reverenda camera apostolica -cioè il padiglione della Basilica e le chiavi decussate- potrebbe ragionevolmente essere il soggetto della nuova “Sede vacante”, quella che designerà il successore di Karol Wojtyla. Almeno questa è stata la scelta del passato, se si esclude quanto accaduto nel 1939. Allora, per il passaggio fra Pio XI e Pio XII, non venne introdotta un’immagine originale, ma si recuperò la prima emissione del 1929, composta da sette esemplari con triregno e chiavi decussate, che venne sovrastampata dal testo “Sede vacante MCMXXXIX”. Tutte le successive uscite hanno invece proposto versioni differenti dell’emblema e si compongono di tre francobolli, che variano fra loro soltanto per colori e beninteso nominali. Differente, ma di poco, la validità postale, sempre comunque molto contenuta, in quanto le “Sedi vacanti” sono poste fuori corso nel momento in cui il nuovo pontefice viene elevato al soglio pontificio. La versione di maggior impiego è quella del 1939, in uso per dodici giorni. Sette le giornate utili per impiegare la versione del 1958 e sei per la successiva, del 1963. Il minimo storico, almeno finora, è stato toccato dalle due proposte del 1978, la prima buona tre e la seconda quattro giorni. Alla “Sede vacante” 2005 dovrebbe seguire il saluto rivolto al nuovo papa.
“Sede vacante”, questo il passato
03 Apr 2005 14:46 - VATICAN