Quanto può valere un autografo di Giuseppe Garibaldi? Oggi Vaccari srl, nella sua vendita all’asta, ha dato un’idea: una lettera con una sua annotazione probabilmente del 25 dicembre 1875 (lotto 599) è passata di mano a 500 euro, contro una stima di 200. Più in generale, il periodo ottocentesco è stato fra i protagonisti della giornata, a cominciare dalla dispersione di una importante raccolta di annullamenti di Napoli e Province Napoletane, e ha registrato numerosi rialzi: una lettera da Fondi (lotto 330) è passata da 1.200 a 3.450 euro, una da Lucera (406) da 1.500 a 3.200, una terza da Viesti (427) da 1.350 a 3.000 tondi.
Anche gli altri ambiti hanno registrato esiti interessanti dopo una serie di rilanci, come le due missive scritte nel 1812 da un militare italiano arruolato nella Campagna di Russia napoleonica (lotto 128): hanno cominciato da 100 euro e sono andate ad undici volte tanto. Oppure il 25 centesimi di Modena verde per errore (193), partito da 1.250 e giunto a 2.250 euro, o la corrispondenza da Desenzano sul Lago a Pergine dell’1 ottobre 1867 (671) stimata 70 e ceduta a 700 euro.
Significativi risultati non mancano per il resto del materiale. Sintomatica è la tessera di riconoscimento postale del 1948 (874) “esplosa” da 70 a 900 euro, i diversi rialzi nel capitolo dedicato alle destinazioni (in particolare per gli invii riguardanti la Romania), le performance nelle cartoline (in parecchi casi con sbocchi decuplicati) e nel comparto lotti e collezioni (il 1.426 è passato da 300 a 950, il 1.437 da 2.200 a 3.900, il 2.003 da 200 a 2.400, il 2.005 da 100 a 750...). Pure nei libri vanno sottolineate alcune conclusioni. Fra queste, il catalogo marcofilo dei fratelli Ornaghi, edito nel 1982 (2.205): è stato immesso sul mercato a 20 euro, ma ha trovato compratore a 105!
Entro lunedì saranno disponibili tutti i dati di oggi e la lista degli articoli invenduti, che resteranno disponibili al prezzo di partenza.