
Più in generale, qual è la situazione in Francia? “Come dappertutto in Europa, l’età media del collezionista francese oggi è elevata”, annota in quest’ultima parte dell’intervista con “Vaccari news” la redattrice capo dell’“Écho de la timbrologie”, Sophie Bastide-Bernardin. “La Fédération des associations philatéliques fa il massimo per interessare i giovani, in particolare con una manifestazione dedicata che si tiene ogni due anni in una città diversa. Si chiama «Timbres passion»: molto attesa dagli appassionati con meno di ventun anni, è caratterizzata da concorsi nazionali, giochi e così via. Poi ci sono le attività di Adphile, un’associazione per lo sviluppo e la promozione della filatelia, senza dimenticare gli altri attori, cioè i commercianti e La poste, che sono molto dinamici”.
In Francia vengono emessi troppi francobolli e qualche volta si aggiungono articoli discutibili (come i “timbres collector”) o costosi (“Les trésors de la philatélie”), non destinati al servizio postale ma soltanto ai filatelisti. Qual è il suo parere? “È una critica molto diffusa, in effetti: troppe cartevalori e una spesa media in aumento… Però, va detto: sebbene la Francia abbia emesso sempre francobolli molto belli, ora il livello artistico è ancora più elevato e i programmi offrono, di certo, una maggiore varietà rispetto al passato; in particolare lasciano uno spazio, inedito, alle donne. I prodotti speciali sono anche un modo per diversificare le collezioni, mettendovi un po’ di pepe… «Les trésors de la philatélie», per esempio, intendono farci riscoprire ed apprezzare il nostro patrimonio filatelico e ciò è veramente molto importante. Essi non sono inclusi negli abbonamenti di base, ognuno è libero di procurarseli o meno. Di fatto, chi acquista novità di Francia spende meno soldi di quanti praticano uno sport in un club! Tanti altri passatempi sono più costosi e, secondo me, non mostrano altrettante virtù, come apporto di conoscenze, concentrazione, evasione culturale, convivialità; infine, ci sono meno rischi rispetto a praticare il karate!”.
Un mese fa abbiamo descritto la «Charte de la philatélie». Cosa ne pensa di questo documento? “Sono un po’ delusa, poiché nessuno ha pensato di coinvolgermi, nonostante sia la sola terminologa del settore. In realtà, lo scopo del documento è definire e inquadrare la passione filatelica; i firmatari si sono impegnati a rispettare certe regole deontologiche. In teoria mi piace, ma adesso occorre passare ai fatti” (fine).

