Congiunta, oggi, tra Liechtenstein e Svizzera per ricordare il Trattato doganale di cent’anni fa. Si compone di due francobolli per Paese, da 0,90 e 1,10 franchi; il primo soggetto, quello con la cerniera che attraverso un simbolico Reno unisce le parti, è definito “Relazione” (risulta firmato da Serap Bulut); l’altro richiama, con il titolo “Amicizia”, il documento originale (Isabella Gassner). Sul tema Vaduz ha predisposto anche tre cartoline postali, nominali da 0,90, 1,10, 1,80. In virtù dei rapporti tra il Principato e la Monarchia asburgica, il primo rimase molto legato all’Austria fino al 1919. Nel 1923 strinse un’unione amministrativa ed economica con la confinante Svizzera, adottando il franco elvetico quale propria moneta. Queste azioni “ebbero un impatto molto positivo sull’economia”, anche se la crescita vera e propria ebbe inizio solo dopo la Seconda guerra mondiale. Negli anni Novanta il testo ha subìto un aggiornamento: il Liechtenstein può aderire ad accordi e organizzazioni internazionali, indipendentemente dalla Svizzera. Infatti, a differenza di quest’ultima, è membro dello Spazio economico europeo. Finché l’accordo sarà in vigore, comunque sul confine non si applicheranno imposte, restrizioni, divieti d’importazione o esportazione.
