Conto alla rovescia per il Vaticano, che dopodomani proporrà le ultime otto emissioni targate 2022. Fra esse, la congiunta con il Messico per le relazioni diplomatiche, riavviate trent’anni fa. Dettaglio importante, in piazza San Pietro non venderanno nulla della controparte (di cui, peraltro, ora non si sa alcunché), ostacolando la collezione. Fin dall’arrivo dei primi missionari francescani, “la Chiesa è sempre stata presente nell’evoluzione dell’incipiente nazione messicana, nonostante essa avesse una delle costituzioni più anticlericali della storia contemporanea”. Lungo gli anni Ottanta del secolo scorso, però, è sorta “la necessità di ampliare la collaborazione con la Santa Sede; così, grazie alla modifica di cinque articoli della Costituzione messicana e all’approvazione di una legge sulle associazioni religiose e il culto pubblico, il 21 settembre 1992, uno scambio di note diplomatiche permise alla Delegazione apostolica in Messico di diventare una Nunziatura e contemporaneamente al Messico di aprire una propria Ambasciata”. La Santa Sede ha garantito “gli aiuti umanitari necessari per superare contesti e situazioni difficili, come in occasione della recente pandemia” da coronavirus. E il francobollo? Creato da Patrizio Daniele, ovviamente è simbolico: raffigura gli emblemi degli Stati coinvolti (compaiono pure nell’annullo) sullo sfondo dei rispettivi colori nazionali. Vale 2,40 euro ed è stato prodotto in trentasettemila esemplari allestiti in fogli da dieci.