La corrispondenza (da notare la cartolina pubblicitaria mostrata in copertina) come base per la ricostruzione storica. È il libro “Cara sorella maggiore… La nascita della Gioventù femminile. Lettere ad Armida Barelli dalle Diocesi italiane (1918-1921)”. È stato curato da Ernesto Preziosi; conta 304 pagine e costa 20,00 euro.
Nel 1918 Benedetto XV chiese all’educatrice Armida Barelli (1882-1952), l’anno scorso dichiarata beata da papa Francesco, di fondare la Gioventù femminile cattolica. Inizia un viaggio lungo la Penisola -anticipano dalla casa editrice, Vita e pensiero- per coinvolgere le ragazze che avrebbero dovuto costruire il sodalizio nel territorio.
La “sorella maggiore” stabilisce quindi un fitto dialogo epistolare con le interlocutrici, che devono superare i condizionamenti ambientali e culturali, dovuti anche a una mentalità ecclesiastica arretrata. In queste comunicazioni le mittenti parlano della propria vita, aprono il loro cuore, confidando la ricerca mistica, tracciando il difficile cammino di autonomia delle donne in un dopoguerra carico di novità e di fermenti sociali. Vedono nella destinataria “un punto di riferimento per la loro crescita umana e spirituale e per un’inedita e coraggiosa emancipazione” (continua).