Pensare che c’è qualcuno che non guarda solo il francobollo o le impronte lasciate sull’involucro, ma pure la busta in quanto tale. Ovvero, il mero contenitore. Mettendo in luce, come sempre accade quando ci si specializza, un mondo inaspettato.
L’occasione è il volume “La lettera” (ebbene sì, il titolo è fuorviante, ma ha una sua ragione), ideato da Ebbe, cioè Enrico Bertazzoli e Beppe Ermentini, nel 2000, poi portato avanti dal primo con il supporto di altri specialisti e ora edito dal Cifo (60,00 euro).
Non è -precisa il curatore, Lorenzo Carra- una pubblicazione “scientifica”, “che sarebbe risultata anche noiosa”, ma un riordino dell’elaborato originale, “aggiungendo altre cose curiose, reperite nel frattempo”. L’esito sono 228 pagine “A4” con circa seicento immagini a colori.
Fino a pochi anni fa -annota Clemente Fedele- questi oggetti “facevano parte della quotidianità epistolare e solo ultimamente vanno indossando paramenti storiografici e una lezione in chiave meta-postale di ambito accademico prima o poi potremo ascoltarla”.
I capitoli -li preannuncia il sottotitolo, “Forma, estetica, curiosità, aspetti sorprendenti”- propongono numerosi, raffinati aspetti, come il confezionamento precedente l’introduzione della busta, la suggellatura, l’abbellimento (fra cui le “valentine”). E poi la busta stessa, con gli accorgimenti per evitare di leggere i contenuti in controluce, l’aggiunta di foto e immagini, le versioni foderate o pubblicitarie, l’impressione a secco, le false filigrane. Ancora, le materie prime, i plichi riciclati, le forme e le dimensioni, i biglietti postali, gli impieghi particolari, i contenitori di sicurezza, i fabbricanti, gli indirizzi e la grafia, il pagamento delle spedizioni, gli abusi, i contenuti… Insomma, solo a sfogliarlo già è un godimento per la vista.