Il francobollo di padre Paolo Manna, di cui ricorre il secolo e mezzo dalla nascita (fu registrata ad Avellino il 16 gennaio 1872), “vuole essere sia un segno di gratitudine per l’opera svolta dai confratelli del Pontificio istituto missioni estere dislocati in tutto il mondo, sia un incoraggiamento per tutti gli uomini di buona volontà a perseverare nell’impegno di custodia e propagazione dei valori umani e cristiani che rendono l’umanità più solidale e fraterna”. È quanto precisano dal Servizio poste e filatelia del Vaticano, presentando il taglio da 1,20 euro in arrivo il 16 novembre. Stampato in quarantamila unità (i fogli ne contengono dieci), riproduce il commemorato utilizzando una foto. Fondatore della Pontificia unione missionaria del clero, beatificato da Giovanni Paolo II il 4 novembre 2001, ebbe una vita “interamente animata da una totale passione missionaria”. Nel 1891 entrò nel Pime; una volta ordinato sacerdote, quattro anni dopo, partì per la missione nella Birmania Orientale dove lavorò a tre riprese per un decennio, fino a che nel 1907 una grave malattia lo costrinse a rimpatriare definitivamente. Dal 1909 in poi, per oltre quarant’anni (morì il 15 settembre 1952), si dedicò con tutte le forze, gli scritti e le opere a diffondere l’idea missionaria tra il popolo e il clero.