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editor Fabio Bonacina

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Sotto l’egida dell’Upu, la firma di un accordo con Emirates post: il corriere internazionale transiterà da Dubai. La situazione in Siria

Dopo ventitré anni, si ricomincia. Nel senso che riprenderanno, via aereo da Dubai, gli scambi con la Somalia. Ad annunciarlo è l’Unione postale universale, che ha sostenuto la firma di un protocollo d’intesa con cui le parti s’impegnano a definire i dettagli della procedura. Parti rappresentate dal ministro somalo a Informazione, poste, telecomunicazioni e trasporti, Abdullahi Hersi, e dal presidente ad interim delle Poste degli Emirati Arabi Uniti, Fahad al Hosani.

La comunicazione -ha ricordato il rappresentante africano- costituisce un diritto umano. Aggiungendo che sarebbe ora che il suo Governo proponesse dei servizi postali. “La gente ha, forse, internet e telefono, ma questi supporti non rimpiazzeranno mai il fatto di ricevere corriere dall’estero”, ha detto. Da qui anche la sua richiesta di aiuto, “perché partiamo da zero”.

L’incontro è avvenuto a Berna presso la sede dell’Upu, il cui direttore generale, Bishar Hussein, ha messo le mani avanti: il documento costituisce una tappa importante, ma non rappresenta che l’inizio di un impegno difficile. La rete postale è praticamente inesistente e va pensata per un territorio grande 637mila chilometri quadrati e per 9,9 milioni di abitanti. Nel 1991 si contava un centinaio di uffici postali, condotto da 2.165 dipendenti; oggi non ve n’è che uno, a Mogadiscio, con 25 lavoratori.

Il Governo attuale ha preso il potere nel settembre scorso dopo numerosi anni di guerra civile e parecchi esecutivi provvisori. La diaspora conta circa due milioni di persone.

Dall’Africa all’Asia, dove la Siria è sotto l’attenzione generale. La difficile situazione interna ha bloccato, di fatto, anche le attività postali. L’operatore statunitense, ad esempio, ha sospeso ogni rapporto; per questo non accetta più invii di qualsiasi tipo destinati al Paese mediorientale. Quelli trovati nella rete vengono restituiti al mittente. Su richiesta, sono rimborsate le spese per l’affrancatura; in alternativa, l’interessato potrà lasciare in sospeso la spedizione, attendendo che le condizioni migliorino. Japan post, invece, parla semplicemente di ritardi che potrebbero gravare sui traffici nei due sensi.

Il direttore generale dell’Upu Bishar Hussein (a sinistra) ed il ministro somalo Abdullahi Hersi
Il direttore generale dell’Upu Bishar Hussein (a sinistra) ed il ministro somalo Abdullahi Hersi



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