Onore al merito del Circolo filatelico numismatico banino: quando si muove, e lo comunica, riesce a farsi notare per l’approccio ad ampio raggio che mette nelle proprie attività. Questa volta, da San Colombano al Lambro (Milano) si è spostato a Codogno (Lodi) per proporre “De itinere epistulæ - La posta nell’Impero romano tra la Postumia e l’Æmilia”.
Con detto nome firma due iniziative: un libro ed una mostra. Il primo verrà presentato nel contesto della seconda, il 16 maggio alle ore 17. Quanto all’allestimento, resterà aperto dallo stesso giorno al 31 del mese presso l’ex ospedale Soave, in viale Gandolfi 6 (orari: venerdì 15-19, sabato e domenica 10-12 e 15-19; ingresso libero).
La parte introduttiva del percorso -spiega per gli organizzatori Sergio Leali- intende riassumere geograficamente e storicamente gli anni dal I secolo avanti Cristo alla fine dell’Impero romano d’occidente, dalla conquista della pianura Padana, la sua colonizzazione, le alterne vicende che si susseguirono lungo l’Eridano fino alla definitiva disfatta. Nel contesto, il servizio postale statale subì diverse vicissitudini sia organizzative sia economiche, ma giocò un ruolo fondamentale per tenere unito un territorio vastissimo, disomogeneo ed ormai lentamente aggredito da nemici interni ed esterni. Così il “cursus publicus”, che si avvaleva delle famose strade romane, divenne simbolo di potere, raffigurato sulle monete a testimonianza della sua importanza. La lente di ingrandimento è posizionata sulla zona compresa tra Pavia e Mantova. Ecco ad esempio la tabula Peutingeriana: oltre ad avere una vicenda a tratti misteriosa, racconta la viabilità al tempo. Non meno importanti sono i lunghi ed in parte noiosi elenchi degli itinerari, ormai medievali, che i fedeli compilavano nei loro pellegrinaggi verso la Terra Santa attraversando l’Europa intera.
Ma come scrivevano i romani? “Ci sono giunte -ecco un altro aspetto- numerose testimonianze sui supporti, gli strumenti e gli inchiostri usati, da cui possiamo ricostruirne concretamente la storia”. Sono gli affreschi di Pompei, i ritrovamenti di Aquileia, le tavolette di Vindolanda, i resoconti dei grandi testimoni come Plinio, Cesare e Augusto.