Ventidue titoli per dodici mesi. È la bozza del programma 2018 che il Vaticano ha diffuso ufficialmente alla stampa solo oggi. Un programma che si potrebbe considerare nella linea tradizionale.
Come l’Italia, ricorderà la matematica e filosofa Maria Gaetana Agnesi (nel trecentesimo anniversario della nascita), san Pio da Pietrelcina (cinquantesimo della morte), il beato Giuseppe Puglisi (venticinquesimo dell’uccisione), il compositore Gioacchino Rossini (centocinquantesimo della scomparsa), il gesuita ed astronomo Angelo Secchi (bicentenario dei natali).
Si aggiungono i papi e santi Adeodato I e Zosimo (nel millequattrocentesimo e nel milleseicentesimo dei trapassi), i pittori Canaletto e Tintoretto (duecentocinquantesimo della dipartita e cinquecentesimo della nascita), i pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo I (quarantesimo dei decessi), questi ultimi inseriti come tributo di Pasqua.
Ancora, ecco l’“Anno europeo del patrimonio culturale”, la fondazione “Centesimus annus pro pontifice” (venticinquesimo), la cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze (sesto secolo), la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (settantesimo), la Pontificia accademia di teologia (trecentesimo), il Sinodo dei vescovi (XV Assemblea generale ordinaria). Unica congiunta sarà con la Slovacchia per la lingua liturgica slava (nel 1.150° anniversario del riconoscimento).
Confermati i titoli abituali per papa Francesco, i suoi viaggi lungo il 2017, Natale, PostEurop (riguarderà i ponti) nonché gli interi: busta, aerogramma e cartoline.