Sono sessanta i primi militari italiani impegnati nell’operazione “Nilo” e sbarcati oggi in Sudan. Rappresentano l’avanguardia di un contingente che, in base a quanto annunciato da Palazzo Chigi in aprile, dovrebbe contare all’incirca 220 soldati. Si aggiungeranno ai diecimila “caschi blu” incaricati di vigilare sull’accordo di pace firmato all’inizio del 2005 tra il Governo locale ed i ribelli del Sud. Anche se ad Ovest, nella provincia del Darfur, proseguono le violenze ed i massacri.
Il contingente italiano –conferma l’Ansa- opererà nell'ambito della missione di pace dell’Onu Unmis (United Nations mission in Sudan) ed avrà essenzialmente tre compiti: assicurare la difesa delle infrastrutture al quartier generale dell’Organizzazione dislocato a Khartoum ed in altre aree sensibili; costituire una forza di reazione rapida per fronteggiare eventuali specifiche situazioni o minacce attorno alla capitale; assicurare la protezione ravvicinata a personale “chiave” dell’Onu.
La task force “Leone”, questo il nome del contingente operativo da luglio, “sarà composta essenzialmente da uomini del 183° reggimento paracadutisti «Nembo»”, inquadrati nella brigata “Folgore”.
Intanto, il Paese chiede la pace, anche con i francobolli. Come con la serie uscita il 9 gennaio, raffigurante la tradizionale colomba. Tre i valori, identici nell’immagine e dal nominale pari a 200, 300 e 400 dinari.