Una questione balzata in cronaca tre anni fa e chiusa, negativamente, nei giorni scorsi. Perché, alla fine, l’hotel Post di Dobbiaco (Bolzano) è stato abbattuto, nonostante la petizione on-line, le proteste e le riserve formulate nel tempo.
Così lo descrivevano i sostenitori nell’ambito della campagna “I luoghi del cuore”, voluta dal Fondo ambiente italiano: “costruito sui ruderi di un antico albergo subito dopo la fine della Prima guerra mondiale, è una struttura alberghiera di notevole pregio storico ed estetico”. L’aspetto della piazza su cui insiste “possiede un’estetica ancora intatta e risalente ai canoni dell’ex Impero Austroungarico e questa va salvaguardata nella sua unitarietà. Il progetto presentato al Comune dalla società proprietaria prevede la totale demolizione e una ricostruzione che pone molti interrogativi”.
Tra gli obiettivi annunciati del progetto, garantire la sicurezza e ampliare l’area antistante. Secondo quanto si apprende, l’immobile verrà ricostruito, arretrandolo di alcuni metri anche per dare visibilità alla chiesa di san Giovanni Battista. Accoglierà dei negozi, mantenendo per l’accoglienza i piani superiori.
“Presumo che l’edificio sia stato adibito ad albergo negli anni Quaranta del Novecento”, precisa a “Vaccari news” lo specialista Enrico Bertazzoli. “Con certezza fin verso la fine degli anni Trenta non c’era un hotel Post o Posta a Dobbiaco; infatti, nelle mie guide alberghiere completissime del 1929 e 1938, non ce n’è traccia e sembrerebbe che nel 1998 non fosse più in esercizio”.
A proposito di alberghi di… categoria, pure l’hôtel de la Poste esistente a Cortina d’Ampezzo (Belluno) è ritornato sui giornali. Questa volta poiché è stato chiuso cinque giorni, sanzione per aver violato le norme contro il coronavirus.