Comincia il periodo delle vacanze e cominciano le lamentele per gli orari ridotti registrati dagli uffici postali. A prendere l’iniziativa, ma non è che un esempio, è assessore comunale alle finanze dell’Aquila, Lelio De Santis. La società, infatti, ha deciso di chiudere, dal 16 giugno al 13 settembre, per un totale di 549 giorni nell’intera provincia dell’Aquila. Tanti, soprattutto se confrontati con quanto accade nel territorio di Pescara (167 giorni), Chieti (155) e Teramo (52). Si tratta di serrate che possono riguardare l’intera giornata o solo il pomeriggio, motivate con la necessità di ridurre i costi o per la mancanza di personale. “A questo proposito, visto l’alto tasso di disoccupazione, sarebbe auspicabile invece assumere giovani impiegati e portalettere e, magari, tagliare gli stipendi dei dirigenti e dei manager”, commenta il rappresentante della Giunta. Comunque -rincara- è ingiustificato quanto deciso per l’Aquilano. Viene limitato “un servizio essenziale, soprattutto per le persone anziane, che creerà inevitabilmente disagi e problemi seri a tutta la popolazione e che penalizza, in particolare, le zone dell’Abruzzo interno”. Il quale, a parole, “tutti dicono di voler difendere”. L’Amministrazione comunale -è la promessa- “farà sentire la sua voce, forte e netta, a difesa di un dignitoso e completo servizio postale e il nuovo presidente della Regione Luciano D’Alfonso farebbe bene a dare un analogo, forte segnale al vertice di Poste italiane, per far capire a tutti che è cambiata l’attenzione della Regione a tutela dell’Abruzzo interno”.