Dal doppio castello per macchinette in vendita a 50+450 lire uscito il 25 luglio 1985 fino al 750 lire dedicato al Milan del 25 maggio 1992. Filatelicamente parlando, la permanenza al Quirinale di Francesco Cossiga, morto ieri pomeriggio a ottantadue anni (era nato a Sassari il 26 luglio 1928), raccoglie un periodo particolarmente impegnativo, che ha visto il debutto anche nel Bel Paese -e con un forte strascico polemico per la scelta e poi per le modalità di prenotazione- dei foglietti (tre, da 4.000, 2.700 e 2.500 quelli usciti il 25 ottobre del 1985 riguardanti “Italia ’85”), la nascita della saga, che dura ancora oggi, per i vincitori del Campionato di calcio (il primo esemplare, un 500 lire inerente il Napoli, viene messo in vendita il 18 maggio 1987), senza dimenticare il percorso a puntate con le “Piazze d’Italia” (la prima tappa, del 10 ottobre 1987, si articola in quattro francobolli da 380, 500, 600 e 700 lire) o il francobollo “istantaneo” per la Germania trionfatrice ai Mondiali di pallone (uscito a 600 lire il 9 luglio 1990, giorno successivo alla vittoria contro l’Argentina). Ma è anche il periodo in cui, esattamente il 5 gennaio 1987, giunge agli sportelli il taglio dal valore nominale più costoso, 20.000 lire, non a caso inserito nella serie “Alti valori”.
I filatelisti ricordano il leader della Dc (fu deputato, senatore, ministro, presidente del Consiglio e del Senato) anche per un altro dettaglio: partecipò a Roma all’inaugurazione della mondiale “Italia ’85”. Seppure non fu una cerimonia riuscitissima. Quel 25 ottobre -scriveva a ruota da “Cronaca filatelica” Danilo Bogoni- la banda musicale dei postelegrafonici avrebbe dovuto suonare l’inno nazionale per il presidente della Repubblica ma restò zitta, perché -spiegò il capo del cerimoniale del Quirinale- “solo le bande militari possono farlo”. La permanenza del capo dello Stato nel complesso dell’Ergife fu breve: dopo gli interventi ufficiali, accompagnato dal ministro delle Poste Antonio Gava, compie “una rapidissima visita alla mostra... Per caso, si chiede qualcuno, il presidente è stato collezionista di francobolli? «No, mai -è la risposta di Cossiga-. Questa esperienza mi manca». Nemmeno da bambino?, -gli viene domandato. «Nemmeno da bambino, eppure le assicuro che sono stato anche bambino»”.
Il presidente emerito -ricordato nel 600 lire sammarinese dell’11 giugno 1990- ha lasciato quattro lettere, indirizzate ai presidenti della Repubblica, di Senato e Camera, del Consiglio, con cui chiede, fra l’altro, funerali a carattere privato.