Il suo nome, sul francobollo, non c’è. Ma il 450 lire inserito nella terza parte della serie “Costruzioni automobilistiche italiane” del 4 luglio 1986 parla anche di lui. Perché il bolide riprodotto, ossia la Ferrari Testarossa, è uno dei suoi progetti più noti. Uno dei tanti.
Il designer Sergio Pininfarina è morto questa notte a Torino, dov’era nato l’8 settembre 1926. Aveva, quindi, ottantacinque anni.
Nella sua carriera, anche la partecipazione al cda della stessa Ferrari (1969-2011), l’elezione all’Europarlamento (1979-1988), la presidenza di Confindustria tra il 1988 ed il 1992, quella dell’editrice “La stampa” (2004-2008) nonché, nel 2005, la nomina a senatore a vita “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”. Figurava ancora come presidente onorario del suo gruppo, appunto il Pininfarina. Questo ora lo ricorda quale figura imprenditoriale “che ha guidato per tanti anni con mano sicura l’azienda portandola nel mondo, nel solco di una tradizione di eleganza e stile costantemente rinnovata con i più alti standard di innovazione tecnologica e bellezza armonica”.
Ingegnere meccanico (ma altre quattro lauree le ha ottenute honoris causa), aveva iniziato la sua attività nell’industria paterna, l’allora Carrozzeria Pinin Farina, di cui gradualmente assunse la carica di direttore generale, di amministratore delegato e di presidente.