Hanno trovato conferma oggi le ipotesi che si trascinavano ormai da giorni. Riguardano la volontà del presidente del Consiglio di cambiare i vertici di Cassa depositi e prestiti, la cui forza economica proviene principalmente dal denaro che i risparmiatori affidano a Poste italiane in cambio di buoni fruttiferi e libretti.
In questi anni -ha annunciato oggi Matteo Renzi- la struttura ha rafforzato il proprio ruolo ed ottenuto “importanti risultati nel supporto all’economia, assicurando agli azionisti consistenti dividendi”. Ha acquisito, del resto, “una posizione di primo piano tra le grandi istituzioni finanziarie pubbliche del mondo”. Però, secondo l’Esecutivo, questo non basta; occorre che Cdp -per l’80,1% posseduta dal ministero dell’Economia e delle finanze, per il 18,4% da fondazioni di origine bancaria e per l’1,5% da azioni proprie- si rafforzi.
“Ho parlato col presidente Bassanini dell’esigenza -avvertita dal Governo e dalle fondazioni bancarie- che tale processo sia accompagnato da una riflessione più ampia sulla governance della Cassa. Gli ho anche prospettato la mia intenzione di continuare ad utilizzare le sue competenze e la sua esperienza al servizio del Paese per altri incarichi. Bassanini si è dichiarato disponibile a favorire questo processo di rinnovamento, scegliendo per il momento di lavorare a palazzo Chigi con l’incarico di «consigliere speciale» del presidente del Consiglio. È mia intenzione affidargli di volta in volta il compito di predisporre analisi, proposte e soluzioni su specifici problemi, continuando a dare il suo contributo alla realizzazione del piano banda ultralarga. Nel contempo, Bassanini si è dichiarato disponibile a dare le dimissioni dalla presidenza”, garantendo la continuità della rappresentanza istituzionale fino all’elezione di chi lo sostituirà. Ossia -come già trapelava- di Claudio Costamagna, “manager di elevata esperienza internazionale, nell’ambito di un’intesa volta a garantire la massima efficienza operativa, stabilità patrimoniale e adeguata redditività”.
I soci -è l’ultima annotazione- “chiederanno alla società una politica dividendi nel 2015 simile a quella del 2014”.