Pare sia stato risolto il problema degli “esperti” in filatelia di Poste italiane, sostanzialmente scomparsi all’inizio dell’anno nell’ottica di una riorganizzazione interna delle funzioni. Provocando, fra l’altro, il blocco delle attività nelle scuole (già lo denunciò il presidente della Federazione fra le società filateliche italiane, Piero Macrelli, il 23 marzo durante l’inaugurazione di “Milanofil”) ed un deciso calo nel numero degli annulli speciali, la cui promozione era fra i loro compiti.
Per adesso -il provvedimento è denominato “Filatelia - Progetto rafforzamento presidio territoriale”- si parla di una fase sperimentale, introdotta, chissà perché, nel silenzio degli uffici e dalla durata di un anno; poi, si vedrà. Settantadue gli addetti individuati, contro i centotrenta specialisti (cui si aggiungono i nove referenti con compiti di coordinamento, rimasti gli stessi) di un tempo: sono diversi dai precedenti e quindi devono essere formati da zero. Si tratta principalmente di quadri in questo momento fuori posizione, cui viene data la possibilità di cimentarsi in un settore differente dai consueti. Dipendono dal direttore della propria filiale e, per gli aspetti tecnici, sono coordinati dalla ex divisione filatelia.
Fra i compiti loro assegnati, promuovere le attività sul territorio (comprese quelle nelle scuole e, nel momento in cui si sarà pronti, nelle carceri), incentivare appunto l’impiego delle obliterazioni ed assistere la clientela nel disbrigo burocratico delle pratiche, curare la fornitura di tutte le cartevalori emesse e dei relativi prodotti sia negli uffici postali, sia durante i servizi temporanei.