Il buon riscontro -è anche vero con certe, pericolose, semplificazioni e alcune aggiunte di fantasia- ricevuto dai media a proposito dei sequestri, ha indotto l’Associazione filatelisti italiani professionisti a sottolineare un elemento. Secondo un’indagine interna al sodalizio, “nessun socio Afip” risulta tra le persone coinvolte. Quelle richiamate alla conferenza stampa sono sei (una per due volte) e risiedono a Bologna, Milano, Palermo, Prato, Roma e Trento.
La notizia è scoppiata due giorni fa, quando il comandante del Nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale di Firenze, Christian Costantini, insieme al presidente della Federazione fra le società filateliche italiane, Piero Macrelli, ha presentato ai giornalisti parte del materiale sequestrato durante le operazioni degli ultimi quattro anni. Si tratta di buste e cartoline con annulli falsificati per renderle più appetibili, o semplicemente di francobolli falsi riguardanti soprattutto l’area italiana.
“Vale comunque la pena ricordare -ha precisato il presidente della stessa Afip, Andrea Mulinacci- che in filatelia esistono molti falsi d’epoca (da sempre così dichiarati nelle transazioni) che da decenni vengono venduti a prezzi elevati dato l’alto interesse collezionistico che rivestono. A questo riguardo la nostra Associazione, sempre attenta alla tutela del collezionista, si rende disponibile ad offrire la propria esperienza per una indispensabile revisione della «legge Giovanardi», perché tenga conto di queste peculiarità tipiche del collezionismo filatelico che nulla hanno a che vedere con le falsificazioni a scopo di truffa sequestrate”.