Un’imbarcazione che ai tempi d’oro ha assicurato pure il servizio postale, poi è finita in disarmo ma non dimenticata. E ora si è deciso il recupero. È lo schifazzo “Gesù Giuseppe e Maria”, inserito nel progetto “Polo museale barche storiche trapanesi”. Questo grazie alla sezione di Trapani della Lega navale italiana, in collaborazione con il Comune nonché il contributo di sponsor e privati cittadini.
Costruito lungo il 1937 nel cantiere Matteo Stabile, rappresenta uno degli ultimi esemplari ancora galleggianti; misura 8,62 metri di lunghezza, 3,31 di larghezza, 1,05 di altezza e ha una stazza lorda di 5,67 tonnellate. Tra il 1955 circa e il 1965 trasportò appunto lettere e pacchi nelle isole Egadi.
L’obiettivo è un’integrale ristrutturazione in conformità ai piani originali, finita la quale assumerà il ruolo di barca istituzionale, testimone di un tempo e di un’arte che fu, a beneficio di cittadini, studenti e turisti. Sarà utilizzata infatti per escursioni lungo la costa, così da far conoscere agli ospiti la storia dell’area da un inconsueto punto di vista.
Attualmente versa in uno stato di notevole degrado generale, però le strutture portanti appaiono per la maggior parte recuperabili. Sarà necessario intervenire sulla totale integrità dello scafo, sulla coperta e sull’armo velico, senza trascurare il motore di servizio da sostituire.
“Riteniamo che questa idea possa dare lustro alla nostra città e alla cultura del mare tutta”, annota il presidente locale della Lega navale italiana, Nicola Di Vita.