Longarone, attraverso il Circolo filatelico bellunese, lo ha fatto il 26 settembre. Oggi, nel giorno esatto della tragedia, tocca all’Amministrazione comunale di Erto e Casso. Entrambi i manuali richiesti a Poste italiane ricordano il quarantesimo anniversario del Vajont, inondazione causata da una frana che, dal monte Toc, cadde nel bacino artificiale e, con una poderosa ondata, provocò quasi duemila morti.
“La diga del Vajont” ha scritto Aldo Cazzullo sul “Corriere della sera”, “la più alta al mondo, rappresentò uno dei simboli della modernità, che altrove si chiamò sviluppo e in Italia miracolo. La catastrofe del Vajont, la più grave dal terremoto di Messina, ne segnò la fine, o almeno ne concluse la fase più impetuosa, rivoluzionaria, creatrice… I racconti però si assomigliano tutti: il disastro atteso, la frana che nelle ultime ore «cammina» tra rotolìo di sassi e crepitii paurosi, le lettere di allarme che arriveranno a Roma con il timbro di un ufficio postale sepolto da tre giorni…”.