Chiusa -almeno per ora- la protesta aostana nei confronti di Poste italiane, i timori per il futuro trovano interlocutori in Piemonte.
A formalizzarli attraverso un’interrogazione al presidente del consiglio regionale, Davide Gariglio, è il consigliere Pietro Francesco Toselli (Forza Italia), il quale ha puntato il dito sull’ipotizzata riorganizzazione interna della società e sulle relative conseguenze che si potranno riscontrare nelle prestazioni.
“Come riferito da fonti sindacali” -si legge nel documento- l’attuazione del piano “minaccerebbe numerose zone di recapito della fascia pedemontana e montana di Cuneo e Ceva, con pesanti ripercussioni nei comuni della valle Stura e della valle Tanaro, come della Langa monregalese”. Considerando “la progressiva riduzione degli orari di apertura degli uffici postali nei piccoli centri e dei relativi disagi creati all’utenza locale”, Toselli ha chiesto “quali provvedimenti si ritiene di adottare al fine di intervenire efficacemente su Poste italiane a tutela e garanzia del servizio”.
Una delle soluzioni, secondo il consigliere, sarebbe di avviare con la società “proficue forme di collaborazione... e pretendere, pertanto, una rete efficiente nelle zone di minore densità abitativa”.