Per la foto ricordo, gli hanno messo addosso la pettorina antinebbia e tra le mani il casco d’ordinanza. Ma lui non si scompone; lo sguardo sembra riportarlo al tempo in cui il portalettere, soprattutto nei paesi, rappresentava l’istituzione. Anzi, era lui stesso, nel suo piccolo, un’istituzione nel momento in cui consegnava alla famiglia la lettera del figlio soldato o dei parenti emigrati, il telegramma della convocazione al concorso tanto atteso o il vaglia necessario per tirare avanti.
È Amelio Griguolo, nato a Campagna Lupia (Venezia) il 13 giugno del 1912, per quarant’anni -dal 1934 al 1974- postino nella sua zona e ora giunto all’invidiabile giro di boa dei novantanove anni.
Mario Coglitore, dell’ufficio comunicazione Nord-Est di Poste italiane, ne ha raccolto la storia, utilizzando anche il prezioso archivio della società. “Sono tempi, quelli dell’infanzia di Amelio e della prima gioventù, durante i quali la vita scorre lenta e non priva di difficoltà, nonostante il padre possieda nel centro della cittadina un avviato emporio che vende un po’ di tutto: dai bottoni ai temperamatite, passando per casalinghi, stoffe e generi di prima necessità”. Il fidanzamento con Libera, che vive nel suo stesso borgo, è l’occasione per conoscere meglio il padre di lei, il portalettere Carlo. Così, nel 1934, presta giuramento come sostituto del futuro suocero ed inizia la carriera. All’epoca, come risulta dalle carte che si sono conservate, la zona di pertinenza copriva circa quaranta chilometri.
In groppa alla bicicletta, Amelio compie il suo primo apprendistato percorrendo complessivamente una ottantina di chilometri al giorno. L’assenza di strade principali facilmente percorribili, la campagna nebbiosa durante i lunghi inverni dell’entroterra veneziano, i vecchi “casoni” dei contadini sparsi in un’area vasta mettono a dura prova la resistenza dei fattorini rurali con le loro borse di cuoio a tracolla cariche di corrispondenza e non di rado con qualche ingombrante pacco da portarsi appresso.
Dopo il matrimonio, la guerra e due figlie continua la sua opera, ancora con la qualifica di sostituto. Riesce, però, ad ottenere dalla direzione delle Poste una speciale autorizzazione per svolgere una seconda attività. Dal 1951 e per dieci anni circa sarà pure guardia giurata nello stabilimento Agip di Marghera. E troverà persino il tempo per la sua passione, dipingere e disegnare, attività che prosegue tuttora. Con il passaggio di ruolo, avvenuto nel 1959, cambia anche il modo di spostarsi; ora c’è la motocicletta. Fino al pensionamento.
Quasi centenario, lucidissimo e dotato di uno spirito molto vivace, ogni anno si reca alle Poste di Campagna Lupia per cambiare il piccolo calendario da parete con fogli staccabili, incollato su una natura morta da lui stesso dipinta e donata all’ufficio: una sorta di… rito propiziatorio!