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editor Fabio Bonacina

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Quasi 40 milioni di sanzione a Poste italiane. Riguardano il contenzioso con Tnt e due gare indette da Comune di Milano ed Equitalia

Un Babbo Natale severo quello che oggi è andato a bussare al quartier generale di Poste italiane all’Eur per consegnare il provvedimento con cui l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, dal 29 novembre presieduta da Giovanni Pitruzzella, ha chiuso il contenzioso con Tnt. Contenzioso riguardante principalmente “Posta time”, servizio troppo simile al “Formula certa” della realtà che fa capo al gigante neerlandese. Ma con qualche supporto vietato.

Il provvedimento di 126 pagine, infatti, è accompagnato da una sanzione pari a 39.377.489 euro in capo alla società diretta da Massimo Sarmi “per avere abusato -è la spiegazione giunta dall’Antitrust- della propria posizione dominante, con l’obiettivo di ostacolare lo sviluppo dei mercati liberalizzati relativi al recapito «a data e ora certa» e alla notifica attraverso messo notificatore”.

Secondo quanto ricostruito dagli uffici, Poste italiane, dal 2007, “ha sfruttato il proprio potere di mercato, detenuto nei servizi postali tradizionali e fondato, tra l’altro, sul possesso di una rete integrata, per entrare sia nel mercato del servizio di recapito «a data e ora certa» che in quello del servizio di notifica attraverso messo. La società ha posto in essere varie condotte connesse al trattamento della corrispondenza dei concorrenti e soprattutto applicando prezzi predatori, non praticabili da concorrenti in quanto resi possibili dalla mancata imputazione di costi relativi all’utilizzo della rete già usata per il servizio universale. Tali comportamenti, che rientrano in un’unica strategia, hanno anche avuto l’obiettivo di mantenere integra la propria posizione dominante sui mercati della posta massiva e del servizio di notifica tramite il servizio postale”.

Per l’Agcm l’azienda “ha dapprima attuato politiche a danno dell’immagine del concorrente Tnt, che aveva lanciato il servizio «Formula certa», costruendo, con ingenti investimenti, una rete «alternativa». Il meccanismo messo in atto da Poste prevede che, in caso di corrispondenza dei concorrenti rinvenuta nella propria rete postale, gli invii devono sempre essere restituiti al mittente e non all’operatore concorrente. La restituzione avveniva, inoltre, solo previo pagamento del prezzo pieno pur non fornendo i servizi connessi, diversamente da quanto richiesto ai propri clienti, e a carico del mittente, il tutto da effettuare entro 10 giorni dalla comunicazione: in caso contrario gli invii potevano essere distrutti”.

Una volta entrata nel mercato liberalizzato dei servizi a valore aggiunto, il passo successivo è stato di “adottare strategie di prezzi predatori e offerte selettive offrendo il servizio «Posta time» proprio a quei clienti-mittenti dei concorrenti oggetto della procedura di restituzione descritta, sfruttando la rete utilizzata per il servizio universale senza imputare il relativo costo”.

Ma non basta, perché “la stessa strategia consistente nel formulare prezzi predatori -sempre con l’uso della rete integrata e al fine di conservare la posizione dominante nei servizi postali tradizionali- è stata seguita anche in occasione delle gare del Comune di Milano e di Equitalia, bandite nel 2008 e aventi a oggetto la consegna attraverso messo notificatore di multe e atti amministrativi e il servizio di recapito «a data e ora certa»”. Dove Poste è risultata vincitrice a Milano e di tre lotti dei quattro firmati da Equitalia.

L’Antitrust -infine- ha intimato a Poste “di cessare immediatamente i comportamenti abusivi e di inviare entro tre mesi una relazione che illustri le misure adottate per rimuovere i comportamenti stessi”.

“Posta time” e “Formula certa”: il confronto fra i servizi offerti da Poste italiane e Tnt, i valori assoluti e le quote di mercato
“Posta time” e “Formula certa”: il confronto fra i servizi offerti da Poste italiane e Tnt, i valori assoluti e le quote di mercato



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