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editor Fabio Bonacina

27282 news from 8/3/2003

La scomparsa circa un’ora fa nella sua casa romana. Fu anche filatelista (in particolare, di Pontificio) ed esperto presso la Consulta

Giulio Andreotti in una seduta della Consulta (foto: Danilo Bogoni)
Giulio Andreotti in una seduta della Consulta (foto: Danilo Bogoni)

Pur essendo stato collezionista e pur essendo stato uomo di potere, non ha mai seguito direttamente il ministero delle Poste e delle telecomunicazioni. Potendo optare per i più importanti, come quelli alla Difesa, agli Esteri, agli Interni, al Tesoro… Se non, addirittura, guidando -per sette volte- la Presidenza del Consiglio.

È morto alle 12.25 nella sua casa di Roma il politico democristiano e senatore a vita Giulio Andreotti; era nato nella capitale il 14 gennaio 1919: aveva novantaquattro anni. Anche se alle ultime sedute non aveva partecipato, era ancora membro della Consulta per l’emissione delle cartevalori postali e la filatelia, confermato nel 2010 dall’allora titolare allo Sviluppo economico Claudio Scajola.

Nella sua lunga vita, spesso ha vissuto in prima persona il settore, lasciandone traccia. Come quando, durante l’occupazione tedesca della Seconda guerra mondiale, aveva un permesso del Vaticano che dalla Città Eterna gli consentiva di andare al Nord per la posta riguardante i militari di Londra fatti prigionieri. “C’è da emettere -annotava a proposito del Consiglio dei ministri tenutosi il 6 aprile 1949- un francobollo commemorativo del primo centenario della Repubblica romana. Nessuno ha eccepito”.

Scrittore e giornalista, non ha lesinato mai la sua penna nemmeno per i bollettini illustrativi delle nuove emissioni. Come quelli -ma sono solo degli esempi- per il 1.400 lire inerente Pio XII del 21 marzo 1983, il 45 centesimi dedicato a Guido Gonella del 17 settembre 2005 ed il 60 “Giornata della filatelia” del 12 ottobre 2007.

La sua passione più nota riguardava la storia postale di Roma e del Lazio, tanto -era il 1974- da essere stato iscritto nell’Albo d’oro federale. Da qui una collezione prestigiosa, che ad un certo punto si disse esser stata venduta per pagare le spese dei processi subìti negli ultimi anni. Ma, forse, è una delle tante… leggende che l’hanno caratterizzato. Ancora nel 2006, infatti, Alberto Barcella, Giorgio Bizzarri, Angelo e Mario Zanaria lo citarono tra i prestatori che contribuirono a realizzare il percorso sullo Stato Pontificio tra il 1852 ed il 1870, esposto durante la manifestazione “Monacophil” di quell’anno e trasformato nel volume omonimo.




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