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editor Fabio Bonacina

27308 news from 8/3/2003

Reagire al fenomeno costituisce uno degli obiettivi che Poste italiane si è data. Anche per questo ha rivisto la struttura che segue i rapporti internazionali

Monitorare gli arrivi così da identificare più facilmente i fenomeni di “remailing”, cioè le triangolazioni tra operatori allo scopo di scontare tariffe più basse. Ma anche presidiare il campionamento e la pesatura dei dispacci; rilevare i flussi; verificare e contabilizzare il corriere in grandi quantità proveniente da Paesi in via di sviluppo; accertare le spedizioni o gli avviamenti errati. Sono questi i principali motivi che hanno indotto Poste a riorganizzare le lavorazioni internazionali, già oggi concentrate su Milano e Roma.

Il “remailing”, in particolare, assume un’importanza significativa ed è difficile da seguire poiché cambia spesso forma, seguendo le opportunità offerte dal mercato. Così, non è raro che un mittente italiano impieghi un vettore straniero per inoltrare grandi quantità di plichi nella Penisola, oppure che le tracce portino addirittura a tre nazionalità differenti: speditore di un Paese, affrancatura di un altro e destinazione al di sotto delle Alpi. Individuare i diversi casi permette alla società di capire gli sviluppi ed affrontarli. Anche con sanzioni, pari all’80% della tariffa interna aggirata. Per questo lo studio del fenomeno viene centralizzato nella struttura di controllo operativo, interna al Cmp di Peschiera Borromeo, a pochi passi dall’aeroporto di Linate.

Ottimizzazione, invece, è la parola d’ordine del settore che segue i reclami internazionali, dove sono necessari veri specialisti della materia. Oggi lavorano sulle due principali metropoli, ma l’obiettivo è creare un unico punto di riferimento, la sede centrale.

La parziale riorganizzazione del Cmp di Peschiera Borromeo (nella foto) serve anche ad affrontare il fenomeno del “remailing”
La parziale riorganizzazione del Cmp di Peschiera Borromeo (nella foto) serve anche ad affrontare il fenomeno del “remailing”



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