Pure il Vaticano ha accolto l’idea di salutare Louis Braille nel bicentenario dalla nascita. L’omaggio dentellato, un 65 centesimi in fogli da dieci e con una tiratura massima di 300mila esemplari, uscirà il 4 novembre.
La storia dell’inventore francese è segnata da un incidente, che a tre anni gli toglie la vista. Nonostante l’handicap -ricordano dall’Ufficio filatelico e numismatico- comincia a frequentare la scuola; nel 1819 è accolto all’Institut national des jeunes aveugles di Parigi, dove si insegnava a leggere secondo i criteri di Valentin Haüy. Diciottenne, Braille diventa docente presso la medesima struttura, e qui sviluppa un codice più semplice ed intuitivo, che consente anche di scrivere. È il sistema che ancora oggi porta il suo nome, basato su sei punti in rilievo che, combinandosi, compongono tutte le lettere dell’alfabeto. In seguito estende l’approccio alla musica, tramutando in simboli le note musicali. Due anni dopo la morte, avvenuta il 6 gennaio 1852, l’idea è adottata in Francia; nel 1878 viene dichiarata metodo universale.
Come numerose altre emissioni 2009 per il filantropo, anche questa impiega -ed è la prima volta per il Vaticano- la scrittura puntinata, così da formare la scritta “Braille - SCV - 0,65”. Autrice del bozzetto è la fiorentina Laura Mangiavacchi, che l’anno scorso ha firmato la serie elvetica “La Svizzera vista dagli artisti stranieri”.