“Božić”, ovvero Natale nell’idioma del luogo. È il primo elemento che salta all’occhio osservando il francobollo emesso ieri dalla Croazia e destinato ad affrancare gli auguri di fine anno.
Al dentello, dal costo di 3,10 kune, hanno lavorato Ivana Vučić e Tomislav-Jurica Kaćunić; è disponibile in foglio con bordi decorati da venti esemplari o in libretto da dieci autoadesivi. Il soggetto, gli angeli che adorano Gesù nella culla, riprende un santino svizzero databile intorno alla metà del XIX secolo, “erede” diretto delle antiche icone.
Tradizionalmente, le immaginette sono di piccole dimensioni, in modo che possano entrare nella vita quotidiana delle persone comuni. Un tempo venivano usate come difesa e i loro proprietari le portavano o le mettevano sulle porte delle case e delle stalle, mentre gli infermi le mordevano come se fossero state medicine, uno dei motivi per i quali i reperti più antichi spesso sono danneggiati. Cullati e dimenticati nei vecchi libri di preghiere, attaccati a cassetti e cimeli tramandati per la loro utilità, ormai hanno raggiunto lo status di ambite testimonianze storiche ed artistiche; inoltre, rappresentano l’oggetto dei desideri nutriti dai collezionisti (continua).