Chissà cosa avrebbe pensato quel Ducci che, il 19 luglio 1862, da Firenze spedì a Vienna una lettera (in catalogo, il lotto 1.081) affrancata in modo tale da comporre il Tricolore, se sapesse che il suo plico, oggi all’asta Vaccari, è passato di mano dopo un lungo ping-pong. Lievitando da 1.450 a 2.550 euro.
A dirla tutta, il caso citato non è che uno dei numerosi visti, ed a martello ancora caldo è possibile dare qualche anteprima.
La dispersione, questa mattina, della biblioteca che fu di Vito Salierno ha permesso di mettere sul mercato settecento titoli, alcuni dei quali anche rari. Tra gli evidenziati, magari per i rialzi percentuali che hanno totalizzato, ecco “I francobolli degli ultimi re” di Nino Aquila (articolo 1.582, andato da 80 a 140 euro), “A history of the postage stamps of Sicily” di Emilio Diena (1.584, da 200 a 370), “Tavole cromatiche IV emissione Regno di Sardegna” edito Bolaffi (1.596, da 150 a 240), “Gli annulli degli uffici postali alberghieri italiani” di Enrico Bertazzoli (1.640, da 15 a 65), “I bolli di franchigia militare dalla Repubblica cisalpina al Regno d’Italia (1796-1814)” di Luciano Previato (1.950, da 25 a 70), gli speciali di “Cronaca filatelica” e “Storie di posta” (2.010, da 60 a 300).
Cifre ben maggiori si sono viste, naturalmente, in filatelia. Ad esempio con gli Antichi Stati, comparto nel quale si sono notati soprattutto i capitoli inerenti Lombardo-Veneto, Napoli e Sicilia. Tra i tanti, hanno fatto scintille l’articolo 60 (da 1.400 a 2.300 euro), l’81 (da 200 a 520), il 92 (da 200 a 540), il 152 (da 500 a 750), il 198 (da 100 a 400), il 208 (da 9.000 a 9.500), il 215 (da 5.000 a 7.000), il 372 (da 600 a 900), il 398 (da 800 a 1.250), il 415 (da 350 a 1.000) ed il 446 (da 400 ad 850).
Del periodo storico successivo si sono evidenziate le fasi in cui sul trono sedevano Vittorio Emanuele II e Vittorio Emanuele III. Pure in questi frangenti, gli esempi significativi non mancano. Ecco, per dire, il 482 (da 400 a 1.150), il 518 (da 750 a 1.250), il 525 (da 650 a 1.100), il 562 (da 1.200 a 1.700), il 632 (da 600 a 1.050), il 636 (da 400 ad 875), il 642 (da 900 a 1.400), il 680 (da 1.800 a 2.400). Quanto al dopoguerra, balzano agli occhi il 732 (da 75 a 320) ed il 759 (da 90 a 160), mentre per Colonie ed Occupazioni vanno sottolineati l’837 (da 100 a 230), l’844 (da 40 a 100) e l’852 (da 300 ad 820).
Uno dei capitoli che hanno dato maggiori soddisfazioni riguarda il volo, in tutte le sue sfaccettature. Partendo dalle trasvolate come il 928 (da 200 a 500), il 946 (da 800 a 900), il 947 (da 300 a 570) e andando a diversi reperti recentissimi, fra cui il 950 (da 300 a 700), il 951 (da 20 a 100), il 952 (da 200 a 580) ed il 954 (da 150 a 510). Salendo, dal punto di vista altimetrico, più in alto, gli esiti vengono riconfermati con la posta razzo, dove spicca il 974 (da 350 a 920), e la spaziale, in particolare con il 1.001 (da 1.800 a 4.200), il 1.022 (da 150 a 380), il 1.027 (da 1.800 a 3.000).
Buoni gli esiti per uno dei capitoli oggi più gettonati, ossia le destinazioni. Quattro reperti possono dare l’idea: il 1.081 (da 1.450 a 2.550), il 1.087 (da 70 a 780), il 1.119 (da 60 a 470) ed il 1.120 (da 3.500 a 4.200).
Infine, la sezione lotti e collezioni, che vede nella speciale lista degli sbocchi più particolari il 1.234 (da 600 a 1.600), il 1.237 (da 250 a 610), il 1.240 (da 320 a 1.010), il 1.256 (da 75 a 345), il 1.259 (da 400 ad 800), il 1.266 (da 1.100 a 2.150), il 1.270 (da 50 a 570) ed il 1.302 (da 300 a 1.050).
Nei prossimi due giorni, gli uffici controlleranno dato per dato, in modo da rendere pubblico, con martedì, l’esito per ogni singola voce. Poi, gli invenduti resteranno a disposizione degli interessati alla cifra base.