La notizia risale a mezzo secolo fa, riportata ad esempio da Nicolò Musumeci su “Filatelia italiana” del febbraio 1968. Il giro dell’anno seguente intitolato alla Conferenza europea delle amministrazioni delle poste e delle telecomunicazioni avrebbe impiegato un bozzetto italiano, firmato da Luigi Gasbarra e Giorgio Belli, addirittura “sotto il consiglio del direttore generale delle Poste”, Aurelio Ponsiglione. Che, versione definitiva alla mano (costituita da un 50 ed un 90 lire emessi il 28 aprile 1969), avrebbe sottoscritto per primo le cartevalori. La vignetta, unica per i due tagli, “raffigura una solida struttura architettonica, il cui principale elemento compositivo, che appare come una sorta di colonnato in blocchi di tufo, è formato dalla scritta «Europa-Cept»”. “Un’illustrazione che, rispetto, all’idea iniziale, ha subìto ben poche varianti in fase realizzativa, più che altro per alleggerire l’effetto di antichità”, annotano nel 2007 Danilo Bogoni e Franco Filanci in “Europa 50 - Una storia dentellata”. “Si è perso il timpano, ma in compenso si sono arricchiti la trabeazione e il basamento, e le «colonne» sono formate di più simbolici mattoni”. Un risultato che ripagò il Ponsiglione dall’insuccesso registrato oltre dieci anni prima. Quando, non ancora nella carica apicale, si cimentò in un altro bozzetto dello stesso percorso, “senza tuttavia centrare l’obbiettivo” (fine).
Giri/2 Quel bozzetto d’autore
21 Feb 2018 14:11 - ITALIAN ISSUES
La seconda volta, il direttore generale delle Poste ce la fece. Ed Aurelio Ponsiglione firmò i francobolli: era la serie Europa Cept del 1969