Quando l’artista è alle prese con la burocrazia: era il 15 maggio 1953 il giorno in cui Stanley Kubrick dovette spedirsi le 37 pagine della sceneggiatura di “Along came a spider” come prova del copyright. Il plico ha per mittente il regista, 37 West 16th street, New York City 11, ed è diretto a lui stesso in 1600 Broadway (Preview theatre) New York City. L’operazione gli costò 51 centesimi, saldati attraverso la macchina affrancatrice Pitney Bowes 113051.
Il reperto è oggi sotto teca, uno dei tanti elementi che caratterizzano “Stanley Kubrick”, l’allestimento ospitato fino al 6 gennaio al palazzo delle Esposizioni di Roma. La mostra -precisano gli organizzatori- presenta “l’opera del regista americano mettendola in relazione con il materiale preparatorio e tecnico proveniente dagli archivi dello Stanley Kubrick estate, accessibili per la prima volta in quest’occasione: documenti inediti, copioni, appunti di regia, fotografie, testimonianze e filmati dal backstage, plastici, costumi e ricostruzioni di alcune delle più suggestive ambientazioni sceniche”.
Diversi sono i reperti epistolari proposti, che testimoniano il lungo lavoro necessario a confezionare una pellicola, coinvolgendo autori, potenziali interpreti e persino critici. Ecco quindi il produttore di “The killing” (in Italia, “Rapina a mano armata”), Sidney Skolsky, che il 12 ottobre 1956 scrive al regista. Con il mai realizzato “Napoleon” vengono sottolineati i tentativi per ingaggiare attori di prestigio: il 10 ottobre 1968 è contattato Oskar Werner, che otto giorni dopo risponde positivamente per interpretare il protagonista. Ma il 17 novembre arriva un’altra lettera: è di Audrey Hepburn, la quale declina la proposta di impersonare Giuseppina. E c’è pure il carteggio con lo storico dell’arte Le Grace G.Benson della Cornell university: la missiva è del 20 marzo 1964; la risposta -di cui si conserva la velina- del 6 aprile successivo.
Una storia di lettere sta dietro anche la celeberrima “Arancia meccanica”. Dopo che la famiglia di Kubrick ricevette scritti minatori, il film venne ritirato dalle sale cinematografiche britanniche. Meno violente le cose a Dublino, documentate da una comunicazione del 22 giugno 1973: spiega le difficoltà riscontrante con la censura irlandese ed elenca i tagli richiesti.