Operativo per tre anni, quindi fino al 2026, il nuovo accordo in materia di risparmio postale tra Cassa depositi e prestiti da una parte, Poste italiane dall’altra. Sul tavolo, un patrimonio attuale, garantito dalla Repubblica, di libretti di risparmio postale per un totale di 92 miliardi di euro e buoni fruttiferi postali per altri 234. Secondo i termini approvati, è previsto che la remunerazione annua per Poste, così da compensare il servizio di raccolta e gestione di tali strumenti, sia compresa tra 1,60 e 1,90 miliardi di euro (nel precedente accordo il divario variava tra 1,60 e 1,85). Tale introito prevede i consueti obiettivi di raccolta netta e una metodologia mista, legata sia a commissioni anticipate, sia a gestione annue, soluzione -viene precisato- “che meglio garantisce la sostenibilità del servizio”. Introdotte novità legate all’ulteriore rafforzamento della relazione attraverso l’adeguamento dell’offerta alle attuali esigenze della clientela, in particolare a quella più giovane; al tempo stesso è contemplato un aumento degli investimenti volti a migliorare i servizi e i processi di gestione in ottica omnicanale, affiancando alla rete fisica quella digitale. Tale forma di risparmio rappresenta la principale fonte di raccolta per Cdp; attraverso di essa, il gruppo omonimo finanzia progetti a sostegno della crescita sostenibile dei territori, delle imprese e delle infrastrutture.
![Sul tavolo, la raccolta e la gestione del risparmio postale](https://img.vaccarinews.it/36480.immagine2._Risparmiopostale___accordotriennale___Cassadepositieprestiti___Posteitaliane.jpg)
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