Aveva ragione, nel 1913, “L’écho de la timbrologie”, quando scriveva “che neanche questo farà sparire i francobolli, i quali sempre saranno utili, anzi necessari per la minuta corrispondenza”. Cento anni dopo si può affermare che le cartevalori postali hanno ancora un impiego formale e, soprattutto, contano su un significativo interesse collezionistico. Pure le affrancature meccaniche -perché il richiamo era riferito, sostanzialmente, a tali prodotti- esistono ancora, riconoscendo tuttavia che il periodo dello splendore è ormai alle spalle. “Nella Nuova Zelanda -spiega la nota ripresa all’epoca dalla «Rivista delle comunicazioni»- è in vigore il sistema del contatore a domicilio. Introducendo l’oggetto di corrispondenza nell’apposita apertura del contatore, esso riceve una timbratura di franchigia ed il contatore segna la tassa da pagare. Ad epoca fissata l’esattore postale passa, nota e riscuote. Il sistema è ottimo”. Ma chi si occupa di francobolli non avrà nulla da temere…
Le affrancature meccaniche e le paure dei filatelisti
29 Gen 2013 10:02 - NEWSPAPERS, MAGAZINES AND SITES
La tecnica farà scomparire i francobolli? Già nel 1913 si disse di no. Ed avevano ragione…