Gioacchino o Gioachino? Per il compositore pesarese la cosa è indifferente, e lo dimostra il Bel Paese postale. La serie del 23 novembre 1942, emessa nel centocinquantesimo anniversario dalla nascita, evitò il problema non citando il nome di battesimo. Il 25 ottobre 1968, a cento anni dalla morte, si preferì la doppia “c”. Nell’omaggio del prossimo 13 novembre per il secolo e mezzo dalla scomparsa è stata adottata la seconda opzione. Così come farà il Vaticano fra quattro giorni.
Inserito nella serie “Il patrimonio artistico e culturale italiano”, il francobollo proporrà un ritratto del compositore ispirato ad una delle fotografie fattegli dal francese Nadar (a dirla tutta, si chiamava Gaspard-Félix Tournachon). È stato aggiunto il particolare dello spartito autografo riguardante “Il barbiere di Siviglia”, il cui originale è conservato al Museo bibliografico musicale di Bologna. Alla vignetta ha lavorato, come bozzettista ed incisore, Rita Morena.
Ancora una volta, si tratta di un “B” autoadesivo, in vendita a 1,10 euro e buono per invii ordinari domestici entro i venti grammi. La tiratura è stata fissata al milione di pezzi, i fogli sono da ventotto.