“I servizi postali continuano a svolgere un ruolo fondamentale in tutta l’Unione Europea, sebbene la natura di tale ruolo stia cambiando per effetto delle nuove tecnologie”, che determinano la sostituzione della corrispondenza cartacea con quella elettronica ed un volume crescente di acquisti on-line. Tuttavia, la possibilità di spedire lettere e colli con recapito entro un determinato termine ad un prezzo definito “resta un fattore fondamentale della coesione sociale, economica e territoriale e dello sviluppo del mercato unico”. E c’è di più: l’e-commerce implica che prestazioni di rimessa pacchi, economicamente accessibili ed affidabili, siano “più che mai importanti per contribuire a realizzare il potenziale del mercato unico digitale” (anche se consumatori e rivenditori “lamentano la qualità e i costi dei servizi di consegna transfrontaliera”).
È in questo modo che dalla Commissione Europea -rivolgendosi ad Europarlamento e Consiglio- disegnano il settore oggi, nel momento in cui tutti i Paesi membri hanno adottato -chi prima e chi dopo (l’Italia lo fece cinque anni fa)- la direttiva 2008/6/Ce, quella che ha introdotto la base giuridica per realizzare il mercato interno del comparto, ultima tappa legislativa del processo. Inoltre, la terza direttiva sui servizi postali -come viene chiamata- ha rafforzato i compiti e le competenze delle autorità nazionali di regolamentazione, cambiato le modalità di possibile fornitura e finanziamento del servizio universale, imposto l’accesso a determinati elementi dell’infrastruttura ed esteso le disposizioni a tutela dei consumatori.