Non compare Martin Luther King, né vi è un richiamo specifico al suo discorso, passato alla storia con la frase “I have a dream” (“Ho un sogno”). Ma l’omaggio atteso per oggi dagli Stati Uniti -un “Forever” da 46 centesimi- ricorda la “Marcia su Washington” registrata mezzo secolo fa, esattamente il 28 agosto 1963.
Una pietra miliare, come la definiscono ora da Usps. “Rappresentò uno fra i punti di svolta nella lotta per i diritti civili e la giustizia sociale” nel Paese, ha ricordato l’unico superstite degli oratori di allora, oggi membro democratico alla Camera dei rappresentanti, John Robert Lewis. “Negli anni a venire, quando le persone utilizzeranno questo francobollo, verrà rammentata loro la distanza che abbiamo percorso ed il progresso che abbiamo compiuto come nazione. E sarà ricordato il dovere civico di ogni statunitense affinché difenda ciò che è equo nella nostra democrazia”.
Furono quasi duecentocinquantamila coloro che raggiunsero la capitale per chiedere soprattutto parità di diritti e lavoro. Ed il famoso pastore protestante tenne, alla base del memoriale di Abraham Lincoln, il celebre intervento. Parlarono anche rappresentanti di gruppi religiosi, sindacati ed associazioni. Meno di un anno dopo, venne legiferato il Civil rights act; nel 1965 si aggiunse il Voting rights act: la strada appariva ancora in salita, tuttavia era segnata…
A lavorare sulla vignetta, Gregory Manchess ed Antonio Alcalá: hanno immaginato alcuni manifestanti e, sullo sfondo, l’obelisco dedicato a George Washington. I cartelli che mostrano puntano ai due temi principali, uguaglianza ed impiego. Usando grandi linee e pittura, hanno cercato di sottolineare il momento storico.