In Francia (e tra i colleghi) è una notorietà. Non stupisce quindi che Parigi lo celebri a cent’anni dalla morte. Il foglietto da 1,29 euro, agli sportelli da oggi (la prevendita è cominciata il 19 aprile), è stato realizzato coinvolgendo Sophie Beaujard; raffigura il personaggio insieme alla sua… creatura, il “palazzo Ideale”. È il postino Ferdinand Cheval. Nato nel 1836, figlio di un agricoltore e contadino lui stesso prima di diventare impiegato delle Poste nel 1867, costruì un’opera architettonica unica per il suo genere nel comune di Hauterives (Drôme): un esempio d’arte naïf applicata all’architettura. Era un autodidatta che non toccò mai una cazzuola prima del 1879. Nell’aprile di quell’anno, durante il suo faticoso giro -trentadue chilometri al giorno- si imbatté in una pietra dalla forma singolare. “Mi sono detto: siccome la natura vuole fare la scultura, io farò la muratura”. Da quel momento vi dedicò l’esistenza: trentatré anni di impegno, ponendo sassi ai bordi dei sentieri durante il lavoro, tornando a raccoglierli la sera con la carriola, lavorando di notte alla luce di una lampada a olio. Lui, che non viaggiò mai, costruì un incredibile edificio, come disegnato da un sogno, mescolando culture arabe, greche, indù. Poiché gli fu negato il diritto di essere sepolto lì, costruì nel cimitero la “tomba del Silenzio e del riposo infinito”, che completò due anni prima della morte, avvenuta appunto nel 1924. L’avanguardia artistica, con André Breton, Max Ernst e Pablo Picasso, gli rese subito omaggio. Tuttavia, solo nel 1969 la costruzione fu classificata come monumento storico. Dolce vendetta per il portalettere, ieri deriso e oggi universalmente acclamato…