Una rassegna culturale e storica attraverso documenti originali scarsamente conosciuti e in alcuni casi inediti. Partita da un sito (www.14-18.it) e divenuta reale. Così viene presentata la mostra interattiva “La Prima guerra mondiale 1914-1918. Materiali e fonti”, in essere fino al 30 luglio alla gipsoteca ospitata presso il Vittoriano, quindi a Roma. Presenta collezioni provenienti dalle più importanti istituzioni, dando rilevanza all’ufficialità come al racconto popolare.
Si va dai materiali dell’archivio del ministero degli Esteri, che tracciano le tappe storico-diplomatiche, alle scritture di guerra (le penne illustri, ma anche le trascrizioni delle lettere scritte dai soldati), che raccontano la situazione com’era e com’era vissuta.
Un itinerario sonoro accompagna quello visivo, collegando la conflagrazione al contesto musicale coevo ed alle voci dei protagonisti, con le canzonette ed i discorsi, da Luigi Cadorna ad Armando Diaz, da Filippo Tommaso Marinetti a Giuseppe Ungaretti.
L’arte è illustrata dalle opere dei futuristi, ma anche attraverso i rari volumi d’artista della Biblioteca nazionale centrale di Firenze. E poi, ci sono le fotografie ed i filmati originali, che raccontano il fronte attraverso esempi illustri (fra cui la testimonianza di Vincenzo Rabito, scoperta al “Premio Pieve Saverio Tutino” di Pieve Santo Stefano). Una sezione speciale è dedicata ai tribunali militari, con una scelta di materiali inediti, allora censurati.
Il 24 maggio 1915 -scrive nel saggio che accompagna il percorso il presidente dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, Romano Ugolini- l’Italia scese in campo. “Vinsero gli interventisti, ma al prezzo di gettare al vento i risultati ottenuti con tanta fatica da Giolitti. Si entrava in guerra, una guerra inaspettatamente lunga, combattuta giorno per giorno, senza pause, fino al novembre del 1918. Mutava il tipo di guerra, il campo di battaglia perdeva gradualmente importanza rispetto all’apparato di approvvigionamento tra fronte e retrovie, le forze sociali (contadini, operai e piccoli borghesi soprattutto) prendevano coscienza del loro ruolo di classe, si creavano crescenti aspettative per il futuro: nel conflitto nasceva una società di massa che il dopoguerra avrebbe fatto grande fatica a gestire, con le derive autoritarie che avrebbe comportato”.
L’ingresso, libero, è da piazza dell’Ara Coeli 1, entro 45 minuti dalla chiusura; orari: da lunedì a giovedì 9.30-18.30; venerdì, sabato e domenica 9.30-19.30.