Talvolta torna. È l’improbabile storia, peraltro “ingarbugliata”, di un “Gronchi rosa” ritrovato -ma è solo un esempio- nella collezione ereditata da un congiunto. Si presenterebbe ricoperto da quello grigio, applicato su una busta apparentemente spedita dell’Ufficio filatelico e numismatico del Vaticano. Apparentemente, perché, a guardarla bene, si nota che la carta valore è messa sopra un annullo meccanico delle Poste del papa, dunque l’insieme è stato creato alla bisogna.
Ma poco importa. Questo elemento, insieme ad altri nell’articolo non molto ben spiegati, avrebbe permesso al plico di raggiungere una cifra stratosferica, nel caso specifico prossima ai centomila euro. Parola dell’anonimo “consulente” contattato dalla associazione, associazione che starebbe aiutando il fortunato proprietario e si appresterebbe a richiedere i soldi -chissà perché?- a Poste italiane ed al ministero dell’Economia e delle finanze.
La vicenda, magari cambiata in alcuni aspetti marginali, viene sottoposta e talvolta ripresa acriticamente da testate che contribuiscono a far conoscere sodalizi perlomeno dubbi. In altri frangenti si parla invece di vecchi buoni o libretti postali dal valore altrettanto ingente.