Un fulmine a ciel sereno… “Eh già... Eravamo in contratto di solidarietà da un anno, ma nulla lasciava presagire tutto ciò!”, annotano in sede. La notizia viene spiegata da un comunicato che coinvolge le associazioni di categoria. “La Federazione nazionale della stampa italiana e il Sindacato giornalisti Veneto sono al fianco dei colleghi del «Messaggero di sant’Antonio» di Padova”, dal 6 dicembre in sciopero ad oltranza “a seguito della comunicazione da parte dell’editore della «chiusura della redazione con la cessazione di tutti i rapporti di lavoro giornalistico»”.
Dietro, una realtà attiva. Almeno così è apparsa ai cronisti ed agli scrittori che tre mesi fa hanno visitato con l’Unione stampa filatelica italiana la sede in occasione del congresso Usfi “Francobolli: un fascino verso il futuro”.
Il mensile -viene spiegato- “è una presenza particolarmente significativa nel panorama dell’editoria italiana e internazionale”. Nasce centoventi anni fa, nel 1898, come bollettino devozionale, foglio di collegamento tra la Basilica e i fedeli sparsi nel mondo. Negli anni Settanta, poi, registra una svolta importante: è trasformato “in un veicolo di comunicazione moderno, agile, disposto a dibattere idee, novità, stimoli che agitano il Paese”. Tenendo sempre come punto di riferimento il messaggio evangelico e la dottrina della Chiesa. “Gode di una sicura autorevolezza nella realtà cattolica, ma anche di rispetto e attenzione da parte del mondo laico con il quale si confronta e dialoga”.
La rivista è diffusa in tutto il mondo con circa 450mila copie per sei edizioni stampate in cinque lingue -italiano, inglese, francese, tedesco, romeno- distribuite in 145 Paesi. La principale, naturalmente, è la prima, che da sola tira 350mila unità diffuse su tutto il territorio nazionale, con punte percentuali molto alte in Puglia e Lombardia (continua).