La saudita “Elhawi star”, colata a picco il 12 ottobre 1982 davanti al porto di Fiume, e la jugoslava “Vis”, affondata da una mina il 13 febbraio 1946 all’altezza della costa orientale dell’Istria. Sono due delle quindicimila imbarcazioni di ogni epoca -queste le stime- che hanno trovato un drammatico epilogo nel mare Adriatico. Si intitola appunto “Navi affondate nell’Adriatico” l’emissione odierna della Croazia. La prima carcassa figura direttamente nel francobollo da 10,00 kune; la seconda è ripresa sui margini del foglietto che lo comprende. L’iniziativa dentellata -che cita la manifestazione “Alpe-Adria”, in calendario ad Abbazia tra oggi e domenica- permette di vedere sotto una diversa luce il bacino tra la penisola italiana e quella balcanica. Andando oltre, dunque, alle ordinarie mete vacanziere e ai parametri ambientali, per scoprire quanto rimane di tragedie registrate nel tempo. Già oggetto di interesse per un ridotto circolo di specialisti ma che potrebbe -complice la bellezza dei fondali tra vegetazione, pesci e silenzio- solleticare turisti in cerca di proposte dagli appeal naturali ed archeologici inconsueti.