A quanto risulta dalle cronache (il “Corriere della sera” del 23 ottobre 1909, esattamente un secolo fa) il progetto rimase sulla carta, e non sono note applicazioni specifiche. Resta però indicativo di un’attenzione ai meno fortunati e di un’importanza per lo strumento particolari. Secondo la corrispondenza da Bellinzona del giorno precedente, il Consiglio degli stati elvetico, mentre discuteva della nuova legge postale, sottopose a votazione “una proposta del deputato Wirz che voleva stabilita la franchigia postale in tutta la Confederazione per la corrispondenza dei poveri”. Il suggerimento -certifica il quotidiano- “cadde per due soli voti”. Forse non è un caso se nello stesso anno nacque il Comitato svizzero per la festa nazionale. La Fondazione “Pro patria” -questo è il nome attuale- è ancora impegnata a sostenere progetti di tipo sociale e culturale. Non riceve sovvenzioni pubbliche e trae le sue risorse, fra l’altro, dalla vendita della popolare serie di cartoline (dal 1910) e francobolli (dal 1938).