E il contratto di programma 2009-2011? Il bilancio che suggella il 2010 parla anche di questo. Lo schema è stato firmato da Poste e ministero allo Sviluppo economico l’11 novembre 2010 “ed è ora al vaglio delle istituzioni competenti per i relativi pareri”, ossia Comitato interministeriale per la programmazione economica, dicastero dell’Economia e delle finanze, Ragioneria generale dello stato, Nucleo di consulenza per l’attuazione e regolazione dei servizi di pubblica utilità, commissioni parlamentari. Il testo, inoltre, dovrà essere notificato alla Commissione Europea. Una volta sottoscritto definitivamente, “formalizzerà i livelli dei trasferimenti dello Stato a Poste italiane a copertura parziale dell’onere del servizio universale per il triennio” secondo il meccanismo del “subsidy cap” (si fonda sull’inflazione programmata e su una variabile “x” legata alla produttività). I contenuti “prevedono alcune flessibilità rispetto al contratto precedente, con l’obiettivo, posto dal ministero, di contenere gli oneri” dello stesso servizio universale. Fra le principali misure, il taglio della frequenza nel recapito da sei a cinque giorni settimanali, ma potrebbe risultare persino -l’eventualità è stata paventata dal mondo degli enti locali, sindacale e politico- una minore presenza sul territorio, sia come orari di apertura al pubblico, sia come numero di sportelli. Il documento “regola anche il comparto filatelico”; in particolare disciplina le attività inerenti l’emissione delle cartevalori, “attribuendo all’esclusiva competenza del ministero dello Sviluppo economico la formulazione dei programmi di emissione” e demandando a Poste la relativa distribuzione e commercializzazione.