È stato constatato “l’avanzamento di tutte le operazioni preliminari nel pieno rispetto della tabella di marcia, e quindi viene confermato l’obiettivo di portare la società in Borsa entro l’anno in corso”. È quanto emerso ieri presso la sede del dicastero dell’Economia e delle finanze, dicastero in questo momento socio unico di Poste italiane. Al tavolo, il ministro Pier Carlo Padoan, l’amministratore delegato dell’operatore Francesco Caio e la sequenza di specialisti. Dai primi contatti con gli investitori (l’ad già è stato una volta a Londra alla ricerca di interlocutori stranieri, e fonti bene informate confermano che vi tornerà presto) è risultato che -appunta il Mef- l’intervento “beneficia di una forte associazione con la stagione di riforme, rinnovamento e modernizzazione del Paese nella quale è impegnato il Governo”. La manovra “è percepita come un simbolo del cambiamento in atto nel Paese”. La stessa nota riferisce la “perfetta sintonia” tra la visione dell’Esecutivo e quella del vertice aziendale, che consente di presentare il progetto ai mercati, “non solo sulla base della riconosciuta esperienza personale”, ma anche tramite la “convinta fiducia” delle istituzioni. Tra gli impegni, la sostenibilità del ruolo sociale nel lungo periodo, considerata “uno degli obiettivi strategici”. Tale attenzione è peraltro parte integrante del piano industriale, concretizzata nell’equilibrio tra le esigenze dei portatori di interesse e quelle degli azionisti. Per favorire detto equilibrio, “l’offerta di azioni riserverà quote rilevanti all’azionariato popolare e privilegi specifici per i dipendenti”.