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editor Fabio Bonacina


https://www.vaccarinews.it/news/Canone_postale_a_carico_del_destinatario__No_dalla_Svizzera/7864

L’idea -viene precisato- non è compresa nella nuova legislazione elvetica, ma è in discussione tra i direttori delle poste in diversi Paesi europei

Una proposta... indecente, che la Svizzera non sente propria e non sta considerando. Dalla Posta -contattata da “Vaccari news”- viene confermato che “questa idea non ha in ogni caso a che vedere in modo immediato con la discussione in corso al Parlamento svizzero sulla nuova legislazione postale”.

Intanto, però, il direttore generale Michel Kunz ne ha parlato sabato ad un giornale di Basilea, il “Basler zeitung”, e la sua dichiarazione ha fatto scalpore. Non è detto che prima o poi, in qualche parte del globo, qualcuno la introduca.

“Si tratta -viene spiegato da oltre le Alpi- di un’idea che è in discussione da qualche tempo tra i direttori delle poste nazionali in diversi Paesi in Europa”. Di fronte al calo costante degli invii, alla sempre più grande diffusione delle e-mail e all’impossibilità di razionalizzare all’infinito strutture e processi lavorativi, “è necessario trovare nuove soluzioni”. Fra queste vi potrebbe essere, appunto, “una sorta di canone, come già si fa per la radio e la televisione, per potere beneficiare dei servizi della posta. Si tratterebbe di un contributo unico, fisso in tutto il Paese e indipendente dalle quantità di posta ricevuta”.

Non rappresenterebbe -è l’ulteriore precisazione- una sovrattassa, ma “un contributo per il servizio di base, che permetterebbe di garantire la buona qualità delle prestazioni in tutto il Paese a un costo accettabile e controllato”.

Diverso è il parere del capo del dipartimento federale dell’Ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (Datec), il consigliere Moritz Leuenberger. “L’idea -dice- di introdurre un canone sulle cassette delle lettere non è presa assolutamente in considerazione dal Datec e io, personalmente, mi dissocio in modo netto da questa iniziativa. È assurdo concepire di fare pagare alle singole economie domestiche una tassa di allacciamento in questo settore. Il confronto con il canone radiotelevisivo non regge. Quest’ultimo rappresenta l’unica fonte di introiti per la radio e la televisione, oltre ai ricavi derivanti dalla pubblicità; la Posta, invece, già riscuote delle tasse per il trasporto di pacchi e lettere come anche per le transazioni finanziarie”.

“È vero -conclude il consigliere federale- che il traffico delle lettere, settore di attività centrale della Posta, è in calo perché le lettere sono sostituite sempre più spesso dalle e-mail”. La revisione in corso della legge prevede, però, “la possibilità per la Posta di operare in nuovi campi, in particolare nel settore di Postfinance. Grazie agli introiti generati in questi nuovi settori di attività, l’azienda potrà coprire i costi del servizio universale e continuare a garantirlo a tutta la popolazione del nostro Paese”.

Attualmente in Svizzera il servizio universale è finanziato con i proventi del residuo monopolio. La riforma ora all’esame del Parlamento prevede, quando fra qualche anno il settore sarà liberalizzato, un fondo simile a quello già esistente in Italia.

Il direttore generale della Posta svizzera, Michel Kunz (© La posta svizzera), e il capo del dipartimento federale dell'Ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni, Moritz Leuenberger (© Datec, Béatrice Devènes)
Il direttore generale della Posta svizzera, Michel Kunz (© La posta svizzera), e il capo del dipartimento federale dell'Ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni, Moritz Leuenberger (© Datec, Béatrice Devènes)

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