Filatelia protagonista, oggi al Museo del Risorgimento di Milano. È stato presentato il lavoro che ha permesso di mostrare per intero, almeno a livello digitale, la collezione che fu dello scienziato e filantropo Marco De Marchi.
“Uno straordinario progetto”. Così si è espresso il direttore dell’area soprintendenza Castello, musei archeologici e musei storici del Comune, Claudio Salsi. “Il Museo è estremamente composito; non comprende solo documenti ma anche testimonianze diverse. Ma chi avrebbe pensato anche ai francobolli? Un tempo al castello Sforzesco c’era una mostra permanente della collezione di Marco De Marchi, ora abbiamo la catalogazione on-line con «Grafiche in comune»; è il vanto dell’Amministrazione. Il conservatore Ilaria De Palma (che ha seguito il progetto, ndr) ha sposato subito la proposta” dell’Unione stampa filatelica italiana.
“Ci tenevo molto ad essere presente”, ha aggiunto l’assessore alla cultura, Filippo Del Corno. “L’iniziativa mette insieme il dettame costituzionale della tutela e della valorizzazione”. Inoltre, racconta una donazione. Come tante altre che arricchiscono il patrimonio pubblico permettendo alla singola raccolta di farsi conoscere meglio.
“Sono oltre 5.500 le fotografie effettuate”, ha ricordato il presidente dell’Usfi, Fabio Bonacina. “Tutte ad alta definizione. È chiaro che per il sito sono state abbassate, sia per questioni tecniche, sia per i diritti di cui il Comune è titolare. In calce ad ogni pagina figurano gli estremi per richiedere, anche a scopo di studio, le immagini di qualità migliore”. Ha poi toccato un altro aspetto: quello della volontà espressa dal Comune di certificare l’esistente, non di realizzare una nuova collezione secondo i canoni degli appassionati. Quindi, il materiale è stato ripreso come si trova. Con le sovrapposizioni, i buchi, gli spostamenti, i fogli caratterizzati dalle sole tracce di linguella (non bisogna dimenticare che lo stesso De Marchi aveva indicato di vendere quanto non utile per rafforzare il settore portante dell’insieme).
“Il piacere di esaminare album per album e scoprire anche materiale non noto”. È il concetto espresso dal perito Giacomo Bottacchi, che ha ricondizionato il “tesoro” descrivendo i reperti più significativi. Già trent’anni fa aveva lavorato con Danilo Bogoni ed Agostino Zanetti per elencarlo. “De Marchi è stato un collezionista molto avanzato per l’epoca, scoprendo settori allora poco battuti, come le collettorie”.
Anche per la Borsa filatelica nazionale, ora Associazione nazionale professionisti filatelici, si è trattato di un ritorno. L’ha ricordato il suo presidente, Sebastiano Cilio: una selezione di fogli venne esposta nel 1983 al convegno commerciale di palazzo Turati. “Oggi l’on-line è l’unica soluzione possibile”.
“Una fonte storica che non conoscevo, un mondo nuovo”, ha ammesso il conservatore Ilaria De Palma. Rilevando come altrimenti “sarebbe difficile gestire la consultazione di materiale sensibile”. Il progetto “rappresenta un ottimo punto di partenza per valorizzare la persona De Marchi”. Anche -è la promessa- con dei video.
Dal punto di vista economico l’iniziativa è stata sostenuta, oltre che dalla Anpf (la quale ha assicurato il ruolo maggiore), da Associazione italiana di storia postale, Federazione fra le società filateliche italiane, Unione filatelica lombarda, società Vaccari. Ed, ovviamente, Usfi. Poste italiane filatelia ha assicurato un importante ruolo per le esposizioni 2016 e 2017 a “Milanofil”.