Sembra proprio che la risposta dentellata giapponese alla serie sudcoreana dedicata alle isole Dokdo-Takeshima (“Vaccari news” del 13 gennaio) non ci sarà. Fonti governative nipponiche riportano una dichiarazione del ministro agli Esteri, Yoriko Kawaguchi, la quale, riferendosi alla discussa emissione di Seul, ha detto che “è contro gli atti dell’Unione postale universale emettere francobolli usando immagini riferite a questioni contese fra Paesi”. Ha anche aggiunto che il Giappone avrebbe notificato, ai vertici dell’Upu, la richiesta di informare i membri sulla sua politica e la posizione ufficiale in merito all’emissione. Ma non tutti hanno accettato tale atteggiamento. Proprio in questi giorni è scoppiato il caso di una persona che -secondo diversi giornali pubblicati in Estremo Oriente- si sarebbe recata alle poste di Tokyo ordinando 10mila foglietti (pari cioè a 100mila esemplari) personalizzabili, sopra i quali avrebbe voluto inserire una immagine dell'area contestata e lo slogan “Takeshima è nostro territorio”. L’ufficio –stando sempre alle cronache- ha però respinto la richiesta. Intanto, si scoprono i precedenti. Gli esperti hanno infatti individuato un altro francobollo che propone lo stesso territorio conteso, emesso due anni fa da Seul. La cartavalore sarebbe tuttavia passata inosservata. Non così quelle del 1954, dal facciale di 2, 5 e 10 hwan. Uscite due anni dopo che il presidente sudcoreano Rhee Syngman aveva annunciato la sovranità per quegli scogli sotto i quali, oltre a mari pescosi, si ipotizza ci sia petrolio. “Il Governo giapponese protestò vigorosamente e minacciò di respingere indietro le corrispondenze che usavano questi francobolli”. L’immagine propone le cartevalori distribuite nel 1954 e nel 2002.