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Slp-Cisl ed Slc-Cgil scrivono all’amministratore delegato di Poste italiane, Massimo Sarmi. Dal Mef via libera al bilancio 2011

Sotto la lente c’è la proposta di ristrutturazione
Sotto la lente c’è la proposta di ristrutturazione

Slp-Cisl ed Slc-Cgil non ci stanno e, attraverso le penne dei rispettivi segretari generali, Mario Petitto ed Emilio Miceli, scrivono all’amministratore delegato di Poste italiane, Massimo Sarmi. Oggetto del contendere è il progetto di riorganizzazione dei servizi postali per le regioni Basilicata, Emilia-Romagna, Marche, Piemonte e Toscana. In cui -spiegano- “viene completamente stravolto l’assetto della divisione a soli venti mesi dalla firma dell’accordo sulla riorganizzazione dei servizi postali del settembre 2010”.

Nonostante gli sforzi creativi di chi ha ideato il nuovo piano, “è apparso a tutti evidente che l'unico e vero obiettivo della riorganizzazione è il ridimensionamento della forza-lavoro applicata nel settore a seguito dei continui cali dei volumi di posta”. Aggiungendo che, sin dalla prima riunione, tutte le organizzazioni sindacali “hanno espresso un giudizio negativo sulla proposta aziendale”. Queste le motivazioni addotte: il progetto “Otto-venti” (quello del 2010 che ha estromesso il sabato dalle normali attività) non è stato definitivamente implementato, specie nella parte che riguardava lo sviluppo di nuove prestazioni; l’attuale proposta, di fatto, lo rinnega e modifica l’organizzazione del lavoro non solo per le cinque regioni, ma per l’intero territorio nazionale; a regime comporterà circa diecimila esuberi; “salvo le solite generiche dichiarazioni, non prevede strategie di marketing per affrontare il mercato e la concorrenza, ma si limite a razionalizzare con l’ottica esclusiva del contenimento dei costi”; ridurrà sensibilmente la rete di recapito.

Alle critiche, l’alternativa avanzata dalle rappresentanze dei lavoratori: “la nostra proposta riguardava la scomposizione dell’intera filiera di logistica, corriere espresso e recapito da ricomporre in una unica divisione integrata e supportata da un nuovo progetto per mantenere inalterata l’attuale rete sul territorio nazionale e tentare di aggredire il complesso mercato del corriere espresso che ci vede ormai marginali nel Paese. Alla fine di tale riorganizzazione saremmo stati disposti anche a ragionare su eventuali esuberi e sulla loro collocazione”.

Purtroppo -concludono Petitto e Miceli- abbiamo dovuto constatare che, nelle poche riunioni effettuate dopo l’incontro con i vertici, l’azienda si è ripresentata al tavolo “con lo stesso progetto, gli stessi tempi e con le razionalizzazioni già predeterminate”.

Nel frattempo, l’assemblea degli azionisti della società, ossia il ministero dell’Economia e delle finanze, ha approvato il bilancio per l’esercizio 2011.


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